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Luogo della Memoria Partigiana
di Bevagna
 

La grotta

All'indomani dell'8 settembre del '43 i giovani bevanati, e in generale di tutto il territorio, che rifiutarono di diventare repubblichini, trovarono rifugio in molti anfratti e grotte naturali presenti sulle colline sopra Bevagna ed in particolare nei dintorni delle alture di Madonna della Valle e di Monte Civitelle.

I rifugi servivano per ripararsi di notte mentre di giorno i partigiani si riunivano per pianificare azioni e spostamenti.

La zona di Cerreto Piano fu sicuramente ritenuta una delle più idonee essendo tutta la zona disseminata da antichi ed enormi massi di arenaria, poggiati li uno agli altri a costituire anfratti e ripari, che ricoperti di fitta vegetazione assicuravano ai partigiani protezione e difesa.

Ai margini della grotta che è stata riscoperta per il Luogo della Memoria Partigiana scorre un piccolo ruscello che discende dalle alture di Madonna della Valle che dava ai ribelli acqua fresca e cibo per sostentarsi e la possibilità di dileguarsi facilmente e sfuggire ai cani della Guardia Nazionale Fascista in caso di minaccia e attacco.

Il piccolo anfratto riscoperto testimonianza la grande sofferenza e le condizioni di grande precarietà che hanno vissuto i partigiani dal momento della loro clandestinità fino alla Liberazione.

Davanti a questa grotta è facile emozionarsi e sarà emozionante spiegare ai giovani di oggi e di domani quali sono state veramente le condizioni che hanno portato l'Italia ad essere un paese libero e democratico.

 

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