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Vinti e Lupini: Museo della Resistenza Umbra a Pietralunga

19 settembre 2011
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STEFANO VINTI E PAVILIO LUPINI (Prc): “COSTITUIRE A PIETRALUNGA IL MUSEO REGIONALE DELLA RESISTENZA”

"La Regione Umbria promuova una vasta convergenza del sistema delle istituzioni pubbliche, in particolare di Comuni e Province, ma anche dell'Anpi e delle diverse associazioni reduci ed ex internati e delle organizzazioni sindacali, per costituire a Pietralunga, unica città umbra decorata al valor militare alla Resistenza, il Museo regionale della Resistenza".

È questa la proposta avanzata, con un disegno di legge, dai consiglieri regionali di Rifondazione comunista Stefano Vinti e Pavilio Lupini, durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche i sindaci di Pietralunga, Luca Sborzacchi, e di Gubbio, Orfeo Goracci. Le attività del Museo regionale della Resistenza, ha spiegato Vinti sottolineando che nel 2008 ricorrono i 60 anni dalla promulgazione della Costituzione nata dalla lotta di Liberazione, si dispiegheranno in tutto il territorio regionale e dovranno ispirarsi ad una metodologia della comunicazione della storia e della trasmissione della memoria che utilizza i differenti linguaggi per diffondere la conoscenza degli eventi del passato, cercando di uscire dall’ambito unicamente commemorativo per richiamare l’attenzione, anche dei più giovani, su temi fondamentali della storia contemporanea, ma anche sui problemi più generali dei diritti di cittadinanza, del sapere critico, dell’identità e della coesione sociale.


STEFANO VINTI E PAVILIO LUPINI (Prc): “COSTITUIRE A PIETRALUNGA IL MUSEO REGIONALE DELLA RESISTENZA”

"La Regione Umbria promuova una vasta convergenza del sistema delle istituzioni pubbliche, in particolare di Comuni e Province, ma anche dell'Anpi e delle diverse associazioni reduci ed ex internati e delle organizzazioni sindacali, per costituire a Pietralunga, unica città umbra decorata al valor militare alla Resistenza, il Museo regionale della Resistenza".

È questa la proposta avanzata, con un disegno di legge, dai consiglieri regionali di Rifondazione comunista Stefano Vinti e Pavilio Lupini, durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche i sindaci di Pietralunga, Luca Sborzacchi, e di Gubbio, Orfeo Goracci. Le attività del Museo regionale della Resistenza, ha spiegato Vinti sottolineando che nel 2008 ricorrono i 60 anni dalla promulgazione della Costituzione nata dalla lotta di Liberazione, si dispiegheranno in tutto il territorio regionale e dovranno ispirarsi ad una metodologia della comunicazione della storia e della trasmissione della memoria che utilizza i differenti linguaggi per diffondere la conoscenza degli eventi del passato, cercando di uscire dall’ambito unicamente commemorativo per richiamare l’attenzione, anche dei più giovani, su temi fondamentali della storia contemporanea, ma anche sui problemi più generali dei diritti di cittadinanza, del sapere critico, dell’identità e della coesione sociale.

Ci sarà un settore dedicato alla didattica e alla ricerca scientifica, da sviluppare in collaborazione con l’Istituo per la storia dell'Umbria contemporanea. Il museo dovrà inoltre salvaguardare le testimonianze esistenti, attraverso una costante opera di manutenzione e restauro dei numerosi cippi o monumenti che ricordano ai contemporanei il segno di un martirio, di un sacrificio, di un’azione eroica lì occorsa nel periodo della lotta di Liberazione dal nazi-fascismo.

Il Museo potrà infine assumere, su mandato degli Enti locali aderenti la cura e la gestione delle strutture museali esistenti dedicate alla Resistenza.“In questi ultimi anni – si legge nella proposta - l’attenzione verso i musei storici e i luoghi di memoria della seconda guerra mondiale è notevolmente aumentata in tutta Europa, sia per effetto di alcune operazioni culturali di grande rilievo (come il Memoriale di Caen o il Museo ebraico di Berlino), sia per la maggiore consapevolezza che questi luoghi possono trasmettere in modo efficace la conoscenza storica della guerra, della deportazione e della Resistenza. Anche in Italia, a fronte dell’assenza di un museo centrale dedicato alla Resistenza o alla seconda guerra mondiale si registrano una pluralità di esperienze, molte delle quali presenti in molte regioni: Toscana, Piemonte ed in particolare l’Emilia Romagna, dove esistono non pochi istituti storici della Resistenza, da anni impegnati a sostenere o promuovere musei e luoghi di memoria a produrre ricerche sul rapporto tra storia e memoria, a realizzare sperimentazioni sul rapporto tra storia e territorio (ad esempio con i sentieri partigiani). Un'operazione necessaria, secondo i firmatari della legge, anche per fare fronte al revisionismo storico che sta toccando anche l'Umbria: “nel volume 'Rossi per sempre' lo storico Galli della Loggia afferma che l'impegno antifascista delle popolazioni umbre è stato praticamente inesistente, in quanto l’Umbria era una regione 'massicciamente fascista'.

Se tale affermazione ha un riscontro obiettivo, essa però si riferisce a Perugia ed alle altre città e cittadine umbre 'del silenzio', come le chiama D'Annunzio e come, polemicamente, le ricorda Gramsci, cioè alle città non industriali, alle città degli agrari, centri che vivevano sullo sfruttamento del lavoro contadino e sul pubblico impiego. Ma i contadini, che erano stati i veri sconfitti dal Fascismo, movimento sostenuto in modo preponderante dagli agrari e che erano la metà della popolazione umbra, erano rimasti sempre estranei o diffidenti rispetto al regime e animarono in massa il movimento di Liberazione dell’Umbria”. A conferma dell'attivismo della Resistenza in Umbria vengono citati “gli scontri armati fra formazioni partigiane e nazifascisti, cominciati nel settembre - ottobre '43 e che continuarono fino a tutto luglio '44.

Sette partigiani umbri sono stati decorati, alla memoria, di medaglia d'oro al valor militare. Fra questi Mario Grecchi, allievo del Collegio Militare di Milano e giovanissimo comandante di un reparto partigiano Giustizia e Libertà fucilato dai tedeschi il 9 maggio '44, Venanzio Gabriotti, democristiano, animatore della Resistenza a Città di Castello, fucilato dai tedeschi il 9 maggio '44, Germinal Cimarelli, operaio comunista di Terni, caduto in combattimento il 20 gennaio del '44. Ben sette le medaglie d'oro concesse al valor militare in Umbria, una piccola regione, attestano la combattività nel movimento partigiano umbro dietro al quale c'era l'appoggio di gran parte delle popolazioni della montagna. I partigiani liberarono prima Norcia e Cascia, con Visso e Leonessa sin dall'inizio del '44 e lì costituirono la prima 'zona libera', la prima repubblica partigiana dell'Italia centrale; così a Pietralunga, nell'alta Valle del Tevere, liberata dalla Brigata San Faustino - Proletaria d’urto e così a Foligno e poi a Terni dove gli inglesi trovarono già insediata e funzionante una municipalità provvisoria”. Il sindaco di Pietralunga, Luca Sborzacchi, ha evidenziato che la sua città fu una delle prime “zone libere” d'Italia e che “con questa proposta si colma un vuoto della politica regionale facendo fronte a facili e pericolosi revisionismi”.

Per Orfeo Goracci, sindaco di Gubbio, si tratta di “un segnale in controtendenza rispetto al revisionismo storico e culturale che imperversa. Deve essere recuperata la memoria dei tanti delitti compiuti da nazisti e fascisti e degli episodi minori della Resistenza che rischiano altrimenti di essere dimenticati”.A questo proposito, il presidente dell'Isuc, Mario Tosti, ha annunciato che l'Istituto sta realizzando, grazie al lavoro di un ricercatore, un atlante delle stragi avvenute in Umbria durante l'ultima guerra: “il programma dell'Isuc ben si concilia con questo progetto di legge”.

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